La Cupola? Ecco com’è fatta

La Cupola? Ecco com’è fatta

“Il dotto Massimo Ricci, laureato in architettura, si è avventurato – come lui stesso dice – negli studi relativi alle caratteristiche, mai abbastanza esplorate, della cupola di Brunelleschi, arrivando con constanza e umiltà, dopo cinque anni, alla formulazione di una regola costruttiva che sembra spiegare la geometria dell’opera e della sua struttura. In una conferenza che verrà organizzata presto da un ente pubblico, il dottor Ricci enuncerà i suoi risultati nei particoli, interessando cerco molto gli ambienti competenti. Per ora si possono delle anticipazioni sulla base delle sue dichiarazioni.

I fatti murari della cupola sono stati visti dal dotto Ricci più con l’occhi dell’artigiano che dell’architetto, perché Brunelleschi si conderava appunto un artigiano quando nel 1418 si presentò al concorso, un artigiano avvezzo ai lavori di orafo e di fabbricaore di congegni, munito di grande fantasia e di intelligenza.

I presupposti per l’indagine del dotto Ricci sono stati i seguenti, secondo quanto egli annuncia.

Primo, che la regola costruttiva fosse ricavabile da modelli, e di conseguenza trasferibile nella pratica della realtà. Secondo, che permettesse la misurazione fuori dell’ambito del cantiere della cupola, per poi procedere all’applicazione in loco tramte alcuni espedienti.

Terzo – e qui il discorso di fa più oscuro perché più tecnico – pur ammettendo l’adozione di un raggio di curvatura unico, non doveva comportare la sua rotazione nella definizione dei punti delle volte nello spazio.

Quarto, e quinto: l’ipotesi doveva definire, oltre alle geometri della struttura anche l’assetto e l’inclinazione dei conci murari, e doveva permettere di controllare la rispondenza della sagoma in corso di realizzazione al modello iniziale dell’opera.

Sesto: l’ipotesi deve rifarsi ad arnesi di misurazione possibili in quell’epoca, e cioè la corda, l’archipendolo e il filo a piombo.

Settima condizione per lo sviluppo di una regola, era che l’invenzione avvenisse per pratica geometrica e non teorica.

Il dottor Ricci, che è ricercatore presso l’unità di architettura bio-clima della facoltà di architettura di Firenze illustrerà il suo lavoro in una coferenza seguita da dibattito; esponendo anche la verifica matematica della regola, curata nelle ultime fasi della ricerca da Adriano Bassignana. [N.L.]”

Da la Nazione Firenze – domenica 20 febbraio 1983