Con un fiore e la una corda ti ricostruisco la Cupola

Con un fiore e la una corda ti ricostruisco la Cupola

ENRICO GATTA

“Sono pronto a costruire un modello a scala ridotta della Cupola senza l’ausilio di centine, ma utilizzando solo tre corde, picchetti, filo a piombo e una archepenzolo”. Di riuscire a ricostruire una cupola in miniatura il ricercatore Massimo Ricci non ha dubbi: la sua teoria “del fiore”, dopo il riscontro fatto alla luce dell’analisi matematica e di alcuni documenti storici (come la pergamena di Giovanni da Gherardo da Prato, gran contraddittore di Brunelleschi), affronta ora la verifica più difficile, quella della nascita della forma.

La teoria di Ricci è che Brunelleschi avrebbe attuato tutta la geometria del suo capolavoro avendo come unici punti di riferimento quelli delle curve di un “fiore” disegnato, secondo la tecnica utilizzata per i rosoni delle chiese, sul piano base ottagonale della costruzione.

Il raggio del “fiore” è fisso, pari al “quinto acuto”, cioè ai quattro quinti della diagonale dell’ottagono del tamburo del Duomo. E dal momento che la diagonale è di quarantacinque metri, i quattro quinti sono 36 metri: tanti quanto misurano il raggio del “fiore” ed il raggio di curvatura della cupola.

La tesi di Ricci è insomma che Brunelleschi, fissando alcuni punti di “fiore”, servendosi di una semplice corda di trentasei metri, abbia poi definito i punti e lo spessore della vela della cupola dalla parte opposta.

Lo stesso procedimento Ricci è disposto a seguire nuovamente, a distanza di secoli, per costruire un modello in scala dell’ardita quanto misteriosa costruzione brunelleschiana. Da che cosa gli viene la certezza di riuscire a realizzare ex novo un modello? Dal fatto di averne già realizzato uno per una vela su scala 1 a 50, con corde di cotone che partono da un piano di formica sul quale è stato riportato l’ottagono, che rappresenta il tamburo della cupola.

Le corde di cotone sono provviste di pallini rossi di vetro, che segnano la distanza fissa dai punti di riferimento. Sono proprio i pallini rossi che determinano la forma tanto della facciata interna che di quella esterna della vela.

“Il modello – afferma Ricci – convalida la regola del fiore, producendo una forma perfettamente corrispondente a quella reale, anche nella tessitura interna dei singoli conci murari a corda blanda. I mattoni, come è stato accertato da illustri studiosi, non hanno infatti un andamento piano, ma conico. Ritroviamo perciò sul modello tutti gli artifici seguiti da Brunelleschi: la forma dei letti di posa dei mattoni, le direzioni radiali degli elementi verticali e la loro inclinazione rispetto al piano orizzontale, l’autodefinizione nel vuoto del centro di riferimento dei conci…”.

Il linguaggio si fa difficile, comprensibile soltanto agli esperti. Quello che invece può essere facilmente individuato anche dai non tecnici guardando la fotografia è che le corde a misura fissa disegnano nello spazio, seguendo il tracciato di partenza di un fiore, una vela, con tanto di facciata interna e esterna. E guarda caso i pallini di vetro che segnano le misure fisse delle corde appaiono alla fine disposti ” a corda blanda”, proprio come i mattoni della Cupola.

Una verifica ancora più precisa della regola del fiore potrà tuttavia essere fatta con la costruzione di un modello dell’intera cupola. Ricci spera di poterlo realizzare presto.

Da la Nazione Firenze – Giovedì 26 maggio 1983