Da tre fiori Brunelleschi ebbe l’idea della Cupola

Da tre fiori Brunelleschi ebbe l’idea della Cupola

Enrico Gatta

“Con tre fiori Brunelleschi costruì la Cupola. È questa la romantica ipotesi che due ricercatori fiorentini, Massimo Ricci e Adriano Bassignana, hanno illustrato ieri nella sala della Quattro Stagioni in Palazzo Medici, per iniziativa dell’associazione culturale «Firenze-Europa» e di fronte ad un folto pubblico, presenti quasi tutti i maggiori studiosi ed esperti del capolavoro del Brunelleschi.

Ma quali fiori custodiscono il segreto di ser Filippo? Forse gigli fiorentini? No. I Fiori misteriosi potrebbero essere, secondo i due ricercatori, quelli disegnati con un semplice quanto antico arnese usato per tracciare sul marmo i disegni dei rosoni. Da un fuori così disegnato Brunelleschi avrebbe fatto dispendere l’intera geometria della Cupola.

Nel ricercare le regole grazie alle quali il celebre monumento sarebbe stato concepito e realizzato, Massimo Ricci ha soprattutto cercato di slegarsi da tutti i principi che governano oggi l’interpretazione dei fatti dell’architettura, cercando invece di collegarsi ai tempi in cui Brunelleschi operò. E a quei tempi – ha osservato il ricercatore – non soltanto mancava una «scienza delle costruzioni» come oggi si intende e che consentisse calcoli struttuali, ma mancavano anche gli odierni strumenti di precisione.

L’architetto Brunelleschi dispone insomma – questo uno dei presupposti della ricerca – solo di corda, archipendolo e filo a piombo. È una specie di artigiano, conoscitore di «segreti» geometrici, ma anche di materiali con i quali si cimenta fino a domarli: con l’uso di vecchie regole, ma anche con regole nuove, ricercate e trovate grazie ad una eccezionale, geniale intelligenza pratica. Di questi sofisticati artifici dell’arte rinascimentale del costruire, frutto di secoli di pratica sperimentazion e di individuale inventiva pratica, abbiamo oramai perduto i fondamenti. Operazioni di recupero sono estremamente difficili ma pur sempre possibili. È in tale ottica che si inserisce l’ipotesi di Ricci. I presupposti dell’indagine sono che Brunelleschi abbia “inventato” per pratica geometrica il suo progetto e quindi un modello, in base al quale poter controllare in ogni momento la rispondeza della sagoma in corso di realizzazione. La «regola», secondo Ricci, doveva essere tale da «permettere la misurazione fuori dell’ambito del cantiere della Cupola per poi procedere tramite alcuni espedienti, alla sua applicazione in loco»; tale da «non dover comportare, pur ammettendo l’adozione di un raggio di curvatura unico, la sua rotazione nella defiizione dei punti delle volte nello spazio»; tale, infine, «da definire. oltre alle geometrie della struttura anche l’assetto e l’inclinazione dei conci murari» della Cupola.

Tutti tali presupposti sono rispettati nell’ipotesi di Ricci, secondo il quale Brunelleschi avrebbe attuato la totale geometria della Cupola avendo come punti di riferimento quelli delle curve di un «fiore» come quello che presentiamo in fotografia ( e che, precisiamo, non è in scala), compreso nella sezione ottagonale del piano base della costruzione, del piano cioè di quelle famose buche pontarie, che sono state visibili finchè non le hanno riempite di cemento armato per sorreggere i grandi ponteggi di servizio che si possono ammirare in Duomo.

Il raggio del fiore è fisso, pari al «quinto acuto», cioè ai quattro quinti della diagonale dell’ottagono del tamburo. Dal momento che la diagonale è di 45 metri, i quattro quindi sono uguali a trentasei quindi. E di 36 meti appunti è il raggio del fiore ed anche il raggio di curvatura della cupola. La tesi di Massimo Ricci è che Brunelleschi fissando alcuni punti precisi del «fiore», servendosi di una semplice corda di 36 metri, abbia poi definito i punti ed anche lo spessore della vela dalla parte opposta.

Dal momento però che andando avanti si sarebbe trovato davanti alla necessità di correttivi, di fiori Brunelleschi ne avrebbe poi utilizzati altri due, dai petali più appiattiti mano mano che la costruzione saliva, ma sempre comunque con lo stesso raggio di 36 metri e sempre mantenendo fissi gli otto punti sulle diagonali dell’ottagono.

Sulla base di tale regola Ricci ha costruito un modello ( ho insomma cercato di ripercorrere i pieno l’itinerario logico che attribuisce a Brunelleschi ), che ha poi passato a Adriano Bassignan perchè lo verificasse alla luce dell’analisi matematica. E l’analisi matematica ha confermato che il procedimento del «fiore» non solo permettere di avere una vela nello spazio, ma determina anche la disposizione dei mattoni della Cupola, posti secondo una curva, secondo quell’ormai famosa «corda blanda» già messa in luce da altri valenti studiosi.

Il segreto di Brunelleschi è dunque scoperto?
Ricci per primo interpreta la sua ipotesi con estrema prudenza. Ma l’idea che sia un fiore il segreto della cupola di S.Maria del Fiore è comunque affascinante.”

Da la Nazione Firenze – lunedì 14 marzo 1983